chemioterapia farmaci

Chemioterapia: tutto quello che non avete mai osato chiedere!

Chemioterapia, ovvero perderò i capelli e starò malissimo per i prossimi mesi. Non è sempre vero! Non per tutti è così. Il termine chemioterapia definisce un tipo di trattamento che ha un particolare meccanismo di azione. Per ogni tipo di tumore e a seconda della fase della malattia e del percorso terapeutico stabilito si utilizzano farmaci diversi, che agiscono in modo specifico e possono causare effetti collaterali molto diversi tra loro.

Come funziona la chemioterapia?

La chemioterapia funziona bloccando o rallentando la crescita delle cellule tumorali che sono cellule che hanno la capacità di crescere e proliferare velocemente.

La chemioterapia è usata per curare molti tipi di tumore, ridurre la possibilità che il cancro si ripresenti, rallentare o bloccare la crescita della malattia oppure per ridurre i sintomi della malattia

chemioterapia farmaci

Chi riceve la chemioterapia?

La chemioterapia è usata in molti tipi di cancro. In alcuni casi rappresenta l’unica strategia di trattamento. Ma molto spesso può essere combinata ad altri tipi di terapia, come ad esempio la chirurgia o la radioterapia. Il tipo di trattamento necessario viene stabilito caso per caso sulla base del tipo di neoplasia che è stata diagnosticata, sulla sua diffusione e sulla eventuale presenza di altre malattie concomitanti

Quando la chemioterapia viene usata in associazione ad altri tipi di trattamento oncologico si può parlare di:

  • terapia neoadiuvante se la terapia è usata prima della chirurgia o della radioterapia con l’obiettivo di far diventare più piccolo un tumore. In questo modo è possibile rendere più semplici e fattibili i trattamenti successivi.
  • terapia adiuvante se la terapia è usata dopo la chirurgia o la radioterapia per eliminare eventuali cellule residue che possono residuare dopo una chirurgia o una radioterapia.

Come si stabilisce quale farmaco dare a uno specifico paziente?

Ci sono tanti tipi di farmaci chemioterapici. La scelta della terapia in generale si basa sul tipo di neoplasia e sulla sua gravità. Inoltre è importante considerare sempre se nello stesso paziente sono già stati usati dei farmaci chemioterapici e quali e se ci sono altri problemi di salute come il diabete o le patologie cardiovascolari.

Perché la chemioterapia causa effetti collaterali?

La chemioterapia può causare effetti collaterali perché purtroppo non uccide solo le cellule tumorali ma uccide o rallenta la crescita di tutte le cellule che sono in grado di crescere e dividersi rapidamente. Alcuni esempi di cellule che si replicano rapidamente sono le cellule della bocca e dell’ intestino o quelle dei capelli. Il danno alle cellule sane può quindi causare bruciore o dolore in bocca, nausea, diarrea o perdita dei capelli. Questi effetti collaterali scompaiono del tutto dopo la fine del trattamento.

chemioterapia infermiere

Ma in pratica cosa mi devo aspettare quando ricevo una chemioterapia?

La terapia può essere somministrata in diversi modi. Tra questi i più comuni sono:

  1. per bocca (o per via orale). In questo caso i farmaci sono somministrati sotto forma di pillole, capsule, o liquido.
  2. per via endovenosa, in questi casi i farmaci vanno direttamente in una vena. Quella endovenosa è al momento la via di somministrazione più comune.
  3. per iniezione, in questi casi si fa una puntura in un muscolo del braccio, della coscia oppure una puntura sottocute in una parte del corpo che contiene un po’ di grasso, come la pancia, il braccio o la coscia.
  4. per via intra-arteriosa, in questi casi i farmaci vengono somministrati in un’ arteria tramite una procedura un po’ più complicata.

Sulla base della combinazione di farmaci scelti, del tipo di malattia e della sua gravità, il tuo oncologo ti dirà quanto spesso dovrai fare il trattamento e per quanto tempo. Questi sono argomenti molto delicati. È importante che il medico sia il più possibile preciso riguardo a queste informazioni, ma è bene sapere che a volte durante il percorso di cura la durata del trattamento può essere accorciata o allungata.

La durata del trattamento dipende dall’ obiettivo del trattamento, dal tipo di farmaci che vengono somministrati e da come il corpo risponde al trattamento.

Parliamo meglio della terapia endovenosa?

Quando si parla di terapia endovenosa la terapia può essere somministrata tramite un ago sottile che viene posizionato in un vena del braccio o della mano. È un’ infermiere che posiziona l’ago tutte le volte prima dell’ inizio del trattamento e lo rimuove al termine.

In altri casi la terapia endovenosa viene somministrata tramite un catetere venoso centrale, che può essere un PICC o un PORT, talvolta anche con l’ aiuto di una pompa.

Il catetere chiamato PICC (https://it.wikipedia.org/wiki/Catetere_PICC) è un tubicino sottile e morbido. Di solito un medico o un infermiere posizionano il catetere attraverso una vena periferica del braccio in una grossa vena centrale. Il catetere può essere usato anche per somministrare altri farmaci diversi dalla chemioterapia o per fare dei prelievi di sangue. Il PICC può rimanere in sede per un periodo di tempo breve, compreso tra 1 settimana e 3 mesi.

Il PORT è formato da un piccolo disco rotondo piu piccolo di una moneta da 1 euro che viene posizionato sotto pelle, di solito nella zona sotto la clavicola. Questo bottoncino è collegato a un catetere che connette il PORT con una grossa vena del torace. La procedura per posizionare il PORT è un piccolo e veloce intervento di chirurgia minore che viene effettuato in sala operatoria in anestesia locale. Nell’ area dove c’è il piccolo disco rotondo, o bottoncino, si inserisce l’ ago che viene usato per infondere la chemioterapia o per prelevare il sangue. L’ ago può rimanere posizionato per tutto il tempo dell’ infusione dei farmaci anche quando questa dura più di un giorno. Il PORT resta in sede per tutta la durata del trattamento e può restare posizionato per alcuni anni.

Le pompe infusionali possono essere usate insieme al PICC o al PORT. Servono per controllare la quantità di farmaco infuso e la velocità di somministrazione. A volte i farmaci scelti possono essere una combinazione di terapie orali ed endovenose. Altre volte si può ricevere solo la terapia orale o solo quella endovenosa.

chemioterapia flebo

Dove si fa la chemioterapia?

La chemioterapia può essere somministrata in ospedale in regime di ricovero, in questi casi si deve rimanere la notte a dormire in ospedale. Oppure può essere somministrata in ospedale in regime di day hospital o in regime ambulatoriale, in questi casi il trattamento viene fatto durante la giornata e poi si torna a casa. In alcuni casi parte della terapia viene fatta in ospedale e una parte può proseguita a casa.

Se fai la terapia in ospedale, durante la somministrazione dei farmaci ci sarà sempre un infermiere nelle vicinanze che controllerà se tutto sta procedendo bene. Sarà proprio l’infermiere a somministrare la chemioterapia e prima di questa nella maggior parte dei casi ti darà anche dei farmaci che servono a sopportarla meglio e quindi per dirla in termini tecnici ad alleviare possibili effetti collaterali.  Ti consiglio se non lo hai già fatto di leggere la nostra storia che racconta proprio del rapporto speciale che si instaura con l’ infermiere che ti accompagna la prima volta durante l’ infusione https://kissagainstcancer.org/it/chemioterapia-infermiere/

Molto spesso si parla di ciclo di terapia. Cosa vuol dire?

Per ciclo di terapia si intendono i giorni che passano tra la somministrazione del trattamento e il periodo di riposo successivo. Ad esempio, un trattamento può essere somministrato per 1 giorno e seguito poi da 3 settimane di riposo. In questo caso il ciclo di terapia dura 3 settimane. Il periodo di riposo permette al corpo di recuperare le forze e di ricostruire le cellule sane che la terapia può eventualmente distruggere.

Il percorso di trattamento di solito prevede più cicli di terapia.

Cosa succede se salto un ciclo di chemioterapia?

Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, la terapia prevede più cicli che hanno durata variabile a seconda del tipo di malattia da curare e dei farmaci scelti.

Nella maggior parte dei casi è meglio rispettare con attenzione i tempi previsti tra un ciclo e l’altro. Alcune volte però è possibile che nel corso della cura il tuo oncologo decida di posticipare il trattamento di qualche giorno, ad esempio se si verificano degli effetti collaterali. In queste occasioni il medico o l’infermiere ti spiegheranno cosa succede, cosa si aspettano e programmeranno una nuova visita per recuperare la terapia prevista.

Anche se abbiamo detto che è meglio non saltare le terapie, se vuoi andare in vacanza o hai un impegno familiare o lavorativo importante puoi discutere con il tuo oncologo sull’opportunità di rinviare il trattamento di qualche giorno! Il tuo benessere psico-fisico è importante per la riuscita globale del percorso terapeutico.

Come risponderà il mio corpo alla terapia?

L’effetto della chemioterapia varia enormemente da paziente a paziente:

  1. Il tipo di chemioterapia
  2. la dose della chemioterapia
  3. il tipo di cancro
  4. lo stadio della malattia (cioè quanto è grave)
  5. il tuo stato di salute prima di iniziare la terapia

Negli ultimi anni in oncologia abbiamo cercato di migliorare i trattamenti non solo dal punto di vista dell’ efficacia, ma anche dal punto di vista della tolleranza. I medici in generale stanno molto attenti ad evitare che i pazienti abbiamo degli effetti collaterali che sono prevenibili con l’uso di farmaci specifici.

È molto importante che prima di iniziare la terapia il medico e o l’infermiere ti spieghino bene cosa fare per prevenire gli effetti collaterali e cosa fare per combatterli.

Ti daranno una lista di farmaci da prendere in farmacia, alcuni di questi di diranno di prenderli per forza (per prevenire), altri solo in caso di necessità (per curare gli eventuali effetti collaterali).

La perdita dei capelli non si verifica con tutti i trattamenti ma solo con alcuni farmaci, in particolare tra quelli usati per i tumori del tratto gastrointestinale i farmaci che possono dare alopecia sono il nab-paclitaxel e in misura minore l’irinotecano.

Come risponderà la mia testa alla terapia?

Questa è una domanda molto difficile, per la quale non ci sono raccomandazioni basate sugli studi scientifici. Certamente è molto importante durante il trattamento avere una rete di supporto che possa condividere con te i dubbi e le difficoltà iniziali e che ti alleggerisca dai pensieri della routine quotidiana, che ti accompagni a fare il trattamento e che ti supporti il più possibile per tutte le necessità logistiche.

In molti reparti di oncologia lavorano degli psicologi che possono aiutarti ad affrontare la situazione durante il trattamento e se c’è la necessita possono consigliarti di fare anche una visita con lo psichiatra.

L’aiuto di uno specialista in questo momento così delicato può essere fondamentale. Anche le persone che sono abituate a fare tutto da sole e a non chiedere mai aiuto possono avere la necessità in questa fase di una piccola spinta, non c’ è niente di male, anzi!

chemioterapia oncologo

Come faccio a sapere se il trattamento sta funzionando?

Ad ogni ciclo o se necessario anche più spesso, rivedrai il tuo oncologo. Durante le visite ti chiederà come ti senti e come stai sopportando il trattamento e ti visiterà se ci sono dei sintomi particolari. A intervalli regolari (che dipendono come sempre dal tipo di malattia e dall’ obiettivo del trattamento) saranno programmati degli esami di rivalutazione, che includeranno esami del sangue ed esami radiologici come ecografie, TC, PET, risonanza magnetica.

Una volta fatti questi esami ci sarà una visita un po’ più approfondita durante il trattamento o al termine di questo, in cui il medico valuterà la situazione complessiva.

È molto importante che l’ interpretazione dei risultati degli esami prescritti venga fatta insieme all’ oncologo che conosce la tua situazione nel dettaglio e sa quali farmaci stai facendo e come sopporti la terapia.

I referti degli esami radiologici sono difficili da interpretare per una persona che non è del settore (a volte lo sono anche per gli stessi medici), e anche gli esami del sangue, vanno valutati nel loro insieme e sempre tenendo conto della situazione complessiva.

Se durante il trattamento non hai nessun effetto collaterale non vuol dire che la terapia non sta funzionando! Non c’è nessuna correlazione tra i sintomi e l’efficacia del trattamento!

Posso lavorare durante la terapia?

SI! Ma dipende da come ti senti! La possibilità di lavorare o meno può dipendere dal tipo di lavoro svolto. Se il tuo lavoro lo consente, potresti voler vedere se puoi lavorare part-time o da casa nei giorni in cui non ti senti bene.

Molti datori di lavoro sono tenuti per legge a modificare il programma di lavoro per soddisfare le tue esigenze durante la terapia oncologica. Parla con lui per stabilire una tabella di marcia che possa soddisfare le esigenze di entrambi.

Se sei un lavoratore dipendente hai diritto a dei giorni di malattia che puoi prendere dopo il trattamento. Puoi rivolgerti all‘ INPS per avere informazioni in più o a un legale esperto di leggi sul lavoro.

Speriamo di averti tolto molti dubbi sulla chemioterapia! Se vuoi altre informazioni o hai dei dubbi più specifici parlane con il tuo oncologo e con gli infermieri. Se ti va, scrivici e raccontaci la tua esperienza.

Un grosso in bocca al lupo e un KISS.

Share on facebook
Facebook
Share on linkedin
LinkedIn
Share on twitter
Twitter
Share on whatsapp
WhatsApp

More to explore

Carcinoma anale: che cos’è?

Il carcinoma anale nella sua forma più frequente è un carcinoma squamoso, che origina quindi da uno specifico tipo di cellule presenti

Scroll Up