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Immunoterapia: una nuova arma per curare il cancro

L’immunoterapia è un tipo di terapia oncologica che stimola il sistema immunitario a prevenire, controllare ed eliminare numerose neoplasie. Nonostante si tratti di una terapia introdotta recentemente per la quale ancora molti misteri devono essere svelati, sta già contribuendo a prolungare e salvare la vita di molti pazienti.  Gli studi presentati fino ad ora hanno dato dei risultati molto promettenti. ​

 

Il sistema immunitario: cos’è?

La parola immunoterapia è composta da immuno e terapia, ti spieghiamo meglio la prima parte della parola. Si tratta quindi di una trattamento strettamente connesso a questo sistema di organi complesso chiamato sistema immunitario. Questo è formato da diverse parti del corpo, alcune funzionano da barriera fisica o chimica. Tra queste ci sono pelle, cornea, membrane del tratto respiratorio, del sistema urinario e di quello riproduttivo. Altre parti come  il sistema linfatico, il midollo osseo, la milza e il timo sono responsabili della produzione e della circolazione di cellule specializzate.

Questo sistema ha il compito di difendere il corpo contro alcuni potenziali nemici, tra cui microorganismi (virus, funghi e batteri) e contro le cellule neoplastiche.

Il sistema di difesa è costituito in primo luogo dalle barriere fisiche o chimiche. Il secondo passaggio è mediato dai cosiddetti globuli bianchi (o leucociti) che identificano e attaccano i micro-organismi e le cellule anormali tra cui quelle neoplastiche.

Il sistema immunitario è in grado di prevenire l’insorgenza di molti tumori tramite questo meccanismo di difesa. Purtroppo però alcune cellule neoplastiche riescono a proliferare nel corpo contribuendo a causare la formazione delle neoplasie.immuno-pop

Come funziona l’immunoterapia contro il cancro?

Grazie alla ricerca scientifica, negli ultimi anni sono stati sviluppati questi nuovi farmaci con un meccanismo di azione innovativo. Permettono agli organi e ai tessuti del sistema immunitario di riconoscere le neoplasie e di combatterle come farebbero con un batterio o un virus. In condizioni normali il sistema immunitario è in grado di identificare e distruggere le cellule neoplastiche e quindi di prevenire la crescita di molti tumori. Purtroppo però in alcuni casi le cellule neoplastiche sfuggono al controllo e proliferano nel nostro corpo.

I famaci immunoterapici aiutano il sistema di difesa del nostro corpo a prevenire la crescita del cancro. In generale la chemioterapia uccide le cellule che si replicano rapidamente, tra cui le cellule neoplastiche. Mentre i farmaci immunoterapici stimolano la normale risposta immunitaria del corpo contro il cancro.

Che tipi di trattamento immunoterapico esistono?

Immune checkpoint inhibitors

Tradotto in italiano in inibitori dei checkpoint immunitari. Sono farmaci che bloccano il sistema di controllo dei così detti “checkpoint immunitari”. Questi controllori fanno parte del sistema immunitario normale. Di solito fanno in modo che non ci siano reazioni esagerate contro potenziali pericoli che danneggiano le cellule normali del corpo. Il blocco dei controllori da parte dei farmaci permette al sistema immunitario di combattere contro il cancro.

Qualche dettaglio un po’ più tecnico sui checkpoints. I checkpoint immunitari si attivano quando le proteine sulla superficie delle cellule T riconoscono e si legano alle proteine partner di altre cellule. Queste proteine sono chiamate proteine del checkpoint immunitario. Quando il checkpoint e le proteine partner si legano insieme, inviano un segnale che spegne le cellule T. Il segnale spento, impedisce al sistema immunitario di distruggere il cancro. I farmaci immunoterapici chiamati inibitori del checkpoint immunitario agiscono bloccando il legame tra le proteine del checkpoint con le proteine partner. Ciò impedisce l’invio del segnale che spegne le cellule T che quindi possono uccidere le cellule tumorali.

I checkpoint contro i quali agiscono i farmaci si chiamano CTLA-4, PD-1 e PDL1. Tra i farmaci che utilizzano questo tipo di meccanismo troviamo ipilimumabatezolizumabnivolumabpembrolizumab.

T cell transfer therapy

Si può tradurre come immunoterapia adottiva. Questo trattamento aumenta la normale capacità delle cellule T di combattere il cancro. Questa terapia è molto complessa e ancora in corso di studio. Alcune cellule del sistema immunitario, in particolare quelle T, vengono prelevate dal tumore. Le cellule prelevate sono selezionate tra quelle che combattono il cancro più efficacemente o vengono modificate in laboratorio per essere più efficaci. Dopo essere state scelte ed eventualmente modificate, sono fatte crescere in gran numero e poi ri-iniettate nel corpo tramite una puntura in una vena periferica. Le cellule T crescono in laboratorio in un tempo che va dalle due alle otto settimane. Durante questo tempo i pazienti  possono essere sottoposti a chemioterapia o radioterapia per cercare di eliminare le altre cellule del sistema immunitario presenti nel corpo. Infatti, avere poche cellule immunitarie proprie residue rendono le cellule T trasferite più efficaci. Esistono due tipi di terapia che sfruttano questo meccanismo:

Terapia con le cellule chiamate TILS (linfociti che infiltrano il tumore). In questo caso i ricercatori valutano quali sono i linfociti che riconoscono meglio le cellule tumorali. Una volta individuate vengono trattate con alcune sostanze che le fanno crescere rapidamente. Questo approccio si basa sul fatto che i linfociti che si trovano dentro il tumore o vivono ad esso sono già in grado di riconoscerlo.  La terapia ne aumenta il numero in modo che queste siano più efficaci per ucciderlo.

Al momento questo approccio resta in via di sperimentazione clinica e non è utilizzato nella pratica clinica comune,

Terapia con cellule chiamate CAR-T: in questo caso le cellule vengono modificate in laboratorio in modo che producano un tipo di proteina chiamata CAR. In seguito  vengono fatte crescere e restituite al paziente. CAR è un acronimo di una parola inglese che vuol dire chimeric antigen receptor. La componente CAR è disegnata per permettere alle cellule T di attaccare le proteine sulla superficie della membrana delle cellule tumorali. Serve per aumentare la capacità delle cellule T di uccidere quelle tumorali.

Questo approccio al momento è usato nella pratica clinica per i tumori del sangue. Per quanto riguarda i tumori solidi è ancora in corso la sperimentazione clinica.

Anticorpi monoclonali

Sono proteine del sistema immunitario create in laboratorio per bloccare specifici target presenti sulle cellule neoplastiche. Alcuni anticorpi monoclonali agiscono segnalando le cellule malate al sistema immunitario che quindi le può riconoscere più facilmente ed uccidere. Questi farmaci sono utilizzati ampiamente nella pratica clinica, ma hanno dei meccanismi d’ azione complessi che non riguardano solo la risposta immunitaria. Per cui ne parleremo in altri articoli in modo più preciso.

Vaccini

Agiscono stimolando la risposta del sistema immunitario contro le cellule cancerose.  Con questi farmaci le naturali difese del corpo vengono rinforzate per sconfiggere le neoplasie. A differenza dei vaccini che servono per la prevenzione delle malattie, questi farmaci sono somministrati solo a chi è già malato. In particolare, le cellule neoplastiche contengono delle sostanze chiamate antigeni associati al tumore che non sono presenti nelle cellule normali. I vaccini aiutano il sistema immunitario a trovare e reagire contro questi antigeni per distruggerli e con loro distruggere anche le cellule tumorali.

I vaccini possono essere fatti in 3 modi:

  1. con cellule provenienti dal corpo di ciascun paziente, in questo caso provocano una reazione specifica del proprio corpo contro il cancro
  2. con antigeni associati al tumore che si trovano sulle cellule neoplastiche di pazienti con uno specifico tipo di cancro (questo tipo di vaccino è ancora sperimentale)
  3. con cellule dendritiche proprie del paziente. Queste cellule fanno parte del sistema immunitario e i vaccini stimolano la risposta immunitaria a rispondere agli antigeni sulle cellule tumorali. Questo tipo di vaccino al momento è utilizzato in alcuni casi di neoplasia avanzata della prostata.

Modulatori del sistema immunitario

Questi farmaci stimolano la risposta immunitaria contro le neoplasie. Alcuni bersagliano degli agenti specifici del sistema immunitario, mentre altri colpiscono il sistema immunitario nel suo insieme.

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Adesso che abbiamo parlato tanto della teoria sull’immunoterapia, vogliamo darti qualche informazione più pratica sull’immunoterapia. Vediamo insieme alcune domande frequenti!

Quali sono i tumori che possono essere trattati con l’immunoterapia?

In Italia al momento l’immunoterapia può essere prescritta in pazienti con

  • tumore del polmone
  • neoplasie renali
  • neoplasie uroteliali
  • carcinoma del distretto testa collo
  • linfoma di Hodgkin
  • melanoma
  • alcuni tipi di tumore della mammella.

In queste patologie questo tipo di trattamento ha dimostrato dei risultati davvero incoraggianti.

Per quanto riguarda i pazienti affetti da tumori gastrointestinali, al momento l’immunoterapia non può essere fatta nell’ambito della normale pratica clinica. Visto che si tratta di trattamenti relativamente nuovi prova a chiedere al tuo oncologo se puoi partecipare a studi clinici.

Studi recenti hanno identificato un gruppo di pazienti che hanno una particolare caratteristica biologica che si chiama instabilità dei microsatelliti. Questa caratteristica rende i pazienti particolarmente sensibili alla terapia che funziona molto bene e a lungo.

I pazienti con instabilità dei microsatelliti sono purtroppo una piccola percentuale di pazienti che possono avere diversi tipi di neoplasie. In alcuni casi questi tumori si associano a una componente ereditaria (chiamata sindrome di Lynch), mentre sono sporadici, ovvero vengono per caso… per sfortuna.

Quali sono gli effetti collaterali più frequenti?

L’immunoterapia può causare effetti collaterali, molti dei quali si verificano quando il sistema immunitario colpisce anche le cellule e i tessuti sani del corpo. Come abbiamo già detto per la chemioterapia, ogni persona può sviluppare effetti collaterali diversi. Quelli che avrai (se li avrai) e come ti faranno sentire dipendono da vari fattori. In particolare gli effetti del trattamento possono dipendere da:

  • stato di salute prima del trattamento
  • tipo di neoplasia
  • stadio della malattia
  • tipo di immunoterapia
  • dosaggio del trattamento.

Gli effetti collaterali possono manifestarsi in qualunque momento del trattamento, anche se lo stai facendo da tanto tempo e anche se lo hai interrotto. Purtroppo né i medici né gli infermieri sono in grado di sapere quando e se si verificheranno sintomi dovuti alla terapia. Inoltre è molto difficile prevedere la loro gravità. Certamente però ti daranno delle informazioni generali in modo che tu possa riconoscere eventuali sintomi e sappia cosa fare se inizi ad avere problemi.

I sintomi più comuni sono:

  • Dolori muscolari o articolari
  • Gonfiore
  • Arrossamento della pelle
  • Prurito
  • Eruzioni cutanee
  • Sintomi simil-influenzali (febbre, brividi, debolezza)
  • Nausea o vomito
  • Stanchezza

Come viene somministrato il trattamento immunoterapico?

Il trattamento può essere somministrato per via endovenosa, orale (come la chemioterapia, vedi il nostro articolo ), topica o endovescicale.

Le terapie orali possono essere assunte anche a casa, solo dopo aver fatto una visita medica. Per tutte le altre modalità di assunzione, il trattamento deve essere somministrato in ospedale. Nella maggior parte dei casi non è necessario però un ricovero di qualche giorno.

La frequenza della terapia dipende da vari fattori tra cui:

  • Il tipo di neoplasia e il suo stadio (cioè quanto è grave la malattia)
  • Il tipo d’immunoterapia prescritta
  • La risposta di ogni singolo paziente al trattamento.

L’immunoterapia può essere fatta ogni giorno, una volta a settimana, una o due volte al mese. Molto spesso è necessario essere sottoposti a vari cicli di terapia. Il ciclo di terapia consiste nei giorni di trattamento seguito dal periodo di riposo successivo. Il tempo di riposo serve al corpo per recuperare da possibili effetti collaterali e per far funzionare la terapia.

Come è possibile capire se la terapia sta funzionando?

Vedrai il tuo medico e gli infermieri spesso. Entrambi valuteranno le condizioni generali sulla base dei sintomi che riferirai e della visita clinica.  Sarai sottoposto spesso a esami del sangue e/o delle urine che daranno delle informazioni importanti sull’efficacia del trattamento e su eventuali effetti collaterali. Inoltre sarà fondamentale ripetere a intervalli regolari degli esami strumentali come la TC per valutare l’effetto della terapia sulla malattia.

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Che cosa bolle in pentola nel campo della ricerca in immunoterapia?

I ricercatori si stanno concentrando su varie aree nel campo della ricerca sull’immunoterapia. In particolare su:

  • Studio di altri possibili farmaci immunoterapici e di altri campi di applicazione
  • Studio dei meccanismi di resistenza.

Sono in corso vari studi in cui valuta l’efficacia di combinazioni di  terapie diverse. Ad esempio l’associazione di immune checkpoint inhibitors con altri tipi di immunoterapia a target molecolare oppure con la radioterapia o la chemioterapia. L’obiettivo finale è quello di superare possibili meccanismi di resistenza ai trattamenti.

  • Studio dei fattori che predicono la risposta al trattamento

Purtroppo non tutti i pazienti rispondono ai farmaci immunoterapici. Molte ricerche stanno cercando di capire quali sono i fattori specifici che influenzano la risposta alla terapia.

Abbiamo cercato di spiegarti molta teoria, ma se ti va di sapere ancora qualcosa altro di molto personale, ti consigliamo di leggere una delle nostre storie preferite.

 

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