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Tumore ai tempi del COVID-19: cosa cambia? Come affrontarlo?

Come affrontare una patologia oncologica durante la pandemia causata dal COVID-19? Cosa cambia nella gestione dei pazienti? Scopriamolo insieme!

 

L’emergenza della pandemia del nuovo coronavirus (COVID-19) ha stravolto le nostre vite e ha costretto il sistema sanitario a mettere in atto una tempestiva riorganizzazione. In questo contesto i pazienti oncologici stanno affrontando un carico emotivo enorme. Da una parte c’è la paura del tumore, dall’altro la paura di essere contagiati.

Sono più a rischio di contrarre l’infezione da COVID-19? Se dovessi contrarla come cambierebbe il mio futuro? Svilupperei un’infezione grave? Dovrei interrompere il mio percorso di cura con il rischio che il tumore peggiori? Tutti raccomandano di stare in casa il più possibile ma devo andare in ospedale per curarmi: è sicuro andarci?

Questi sono solo alcuni dei pensieri che assillano chi affronta una malattia oncologica in questo periodo. C’è chi sta affrontando una nuova diagnosi, chi una terapia, chi i controlli dopo la guarigione. In questo articolo cercheremo di darvi alcune risposte. Vogliamo anche raccontarvi in che modo gli ospedali si sono organizzati per ridurre al minimo le possibilità di contagio e garantire le cure necessarie ai malati oncologici.​

coronavirus

Cos’ è il “COVID-19”?

COVID-19 è l’abbreviazione di ‘Coronavirus Disease 2019’ (malattia da coronavirus 2019), una malattia causata dal nuovo coronavirus responsabile, data la sua rapida diffusione, dell’attuale pandemia.

In generale i sintomi più comuni sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola, anosmia/iposmia (perdita/diminuzione dell’olfatto), ageusia (perdita del gusto) o diarrea. Nei casi più gravi l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Tuttavia non tutte le persone infette sviluppano sintomi. Proprio la presenza di individui asintomatici capaci di trasmettere l’infezione rappresenta e ha rappresentato un grosso problema per la diffusione di questa infezione!

Il mio tumore mi espone a un rischio maggiore di contrarre il coronavirus e di presentare forme gravi di COVID-19?

Non ci sono attualmente dati che provino che chi ha un tumore sia più a rischio di contrarre l’infezione da COVID-19. Quindi per rispondere a questa domanda dobbiamo basarci sulle informazioni generali di cui disponiamo che riguardano la trasmissione di altri virus e batteri.

In generale è noto che la presenza di un tumore può rendere più vulnerabile una persona nel contrarre infezioni e nello sviluppo di complicanze. Questo avviene sia per uno stato di immunodepressione indotto dalla malattia stessa, sia perché i pazienti oncologici sono spesso sottoposti a trattamenti chemioterapici. Come abbiamo detto anche nel nostro articolo, la chemioterapia colpisce, oltre alle cellule tumorali, anche le cellule ematiche ed epiteliali deputate alla difesa dell’organismo nei confronti di agenti infettivi.

Oltre a questi fattori, possono contribuire allo sviluppo delle infezioni altri elementi che chiamiamo fattori di rischio. Questi ultimi non sono legati strettamente al tumore ma al singolo paziente. Tra questi ci sono l’età, le condizioni generali e la presenza di altre malattie concomitanti come ad esempio l’ipertensione arteriosa o il diabete mellito.

Come si trasmette l’infezione e come è possibile evitarla?

Il nuovo coronavirus può essere trasmesso tramite un contatto stretto con un individuo malato o con un individuo infetto asintomatico.

Le modalità di trasmissione del coronavirus sono principalmente due:

  • diretta (la più comune): attraverso l’inalazione delle goccioline volatili emesse dagli individui contagiati dal virus quando parlano, starnutiscono o tossiscono.
  • indiretta: attraverso il contatto fisico con oggetti contaminati (es. telefoni, tastiere del computer, maniglie delle porte, sedie, stoviglie, servizi igienici) dove le mani fungono da vettore. E’ per questo che si raccomanda di non toccarsi con le mani non ancora lavate bocca, naso o occhi.

In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.

Per quanto riguarda gli alimenti si raccomanda di manipolarli rispettando le buone pratiche igieniche e di evitare il contatto fra alimenti crudi e cotti.

social distancing

Per contenere la trasmissione dell’infezione è molto importante seguire le raccomandazioni fornite dal Ministero della Salute:

  • copriti naso e bocca con una mascherina
  • lavati spesso le mani con sapone (per almeno 60 secondi) o usa un gel a base alcolica (frizionandole per 30 secondi)
  • non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
  • evita contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro
  • evita luoghi affollati
  • evita le strette di mano e gli abbracci.

A queste raccomandazioni generali aggiungiamo altri semplici accorgimenti:

  • fai attenzione al tipo di mascherina utilizzata, ad indossarla in maniera corretta e a manipolarla adeguatamente (ricordando che la parte esterna va considerata potenzialmente contaminata dal virus). Puoi avere qualche informazione in più leggendo il nostro articolo
  • pretendi che le persone con cui interagisci indossino, come previsto, una mascherina
  • limita al minimo i contatti sociali e con i familiari, anche e soprattutto con i nipotini: è difficile spiegare a un bambino che non può “saltare al collo” del nonno e riempirlo di baci.

Cosa posso fare per rafforzare il mio sistema immunitario?

Vi rimandiamo alle nostre guide relative alla dieta e all’attività fisica e brevemente vi diamo adesso altri consigli utili:

  • dormire a sufficienza (idealmente otto ore)
  • fare esercizio fisico
  • mangiare sano, prediligendo frutta e verdure di stagione, legumi, cereali integrali, uova, pesce, frutta secca
  • evitare lo stress
  • esporsi alla luce solare con le adeguate precauzioni: promuove la sintesi cutanea della vitamina D e migliora il tono dell’umore.

benessere

Cosa è cambiato negli ospedali e in particolare nelle oncologie nel momento in cui è scoppiata la pandemia?

Per evitare che le strutture sanitarie divenissero focolai infettivi di COVID-19 è stato necessario riorganizzare la normale routine ospedaliera. Nei primi tempi è stato anche necessario sospendere e/o rinviare alcune delle attività programmate. Dobbiamo ammettere che all’inizio le cose sono state difficili dal punto di vista organizzativo; per fortuna adesso molti ospedali hanno studiato dei percorsi che riducono al minimo le possibilità che il contagio avvenga all’interno dei loro contesti.

Ogni ospedale ha predisposto un “percorso COVID-19” separato per i casi sospetti e/o accertati di persone infette.

Prima dell’ingresso in ospedale ad ognuno viene misurata la temperatura corporea e viene indagato se nei giorni precedenti si siano verificati febbre e/o sintomi respiratori.

Se un paziente presenta dei sintomi sospetti può essere sottoposto a tampone nasofaringeo. In alternativa viene rimandato a casa per essere visitato dal suo medico di medicina generale. Se invece non ci sono sintomi sospetti, viene fornita una mascherina chirurgica e vengono fatte igienizzare le mani con gel idroalcolico prima di entrare in ospedale.

In linea generale non è consentito ai familiari di accompagnare i pazienti durante le visite ambulatoriali fatta eccezione per le situazioni di disabilità. Tuttavia le malattie oncologiche più delle altre richiedono spesso la presenza di un supporto emotivo di una persona cara. È per questo che per le prime visite può essere concessa la presenza di un accompagnatore. Ci sono poi altre situazioni emotivamente impegnative, come ad esempio una visita che preveda la comunicazione di decisioni importanti. Anche in questi casi si può fare un’eccezione se le condizioni e l’organizzazione lo consentono.

temperature check

Adeguamento delle cure oncologiche

A causa del COVID-19 ci sono state delle variazioni sulle modalità delle visite e sulle tempistiche degli esami strumentali. Vi sarete chiesti se questi adeguamenti del percorso terapeutico siano appropriati a curare al meglio il tumore. Noi vogliamo riassicurarvi e dirvi che sì, è cosí!

I vostri oncologi, ogni volta che c’è da prendere una decisione importante mettono sul piatto della bilancia rischi e benefici di ogni proposta terapeutica e diagnostica. E’ importante fidarsi del medico e della struttura da cui si è seguiti, non siete abbandonati e nulla è lasciato al caso!

Se assumete terapie orali è possibile che vi siano state fornite quantità maggiori di farmaco. Perchè? La scelta viene fatta per limitare il numero di accessi in ospedale. Il monitoraggio del trattamento e dei suoi potenziali effetti collaterali può essere anche effettuato tramite telefonate o e-mail.

In alcuni casi è possibile aver ricevuto dei farmaci in più, ad esempio i fattori di crescita per stimolare la produzione di globuli bianchi. Questo trattamento viene consigliato a scopo preventivo, per ridurre il rischio di diminuire troppo il numero di cellule deputate alla difesa nei confronti delle infezioni.

Infine alcuni pazienti hanno ricevuto la notizia che faranno una “pausa terapeutica” o che  una determinata terapia inizierà più in là perché le condizioni lo consentono.

Ogni decisione clinica viene ponderata caso per caso, tenendo conto delle caratteristiche biologiche del tumore, dei sintomi, dei potenziali effetti collaterali del trattamento e dei benefici attesi, con lo scopo di fornire le cure necessarie nella maggior sicurezza possibile.

Per uniformare la gestione del cancro in tempo di COVID-19 l’Associazione Italiana degli Oncologi Medici ha stilato dei suggerimenti generali cui far riferimento che potete trovare quihttps://www.aiom.it/wp-content/uploads/2020/03/20200313_COVID-19_indicazioni_AIOM-CIPOMO-COMU.pdf

telemedicina

La gestione dei follow-up

I follow-up sono le visite di controllo per i pazienti guariti dal tumore o per i pazienti che, pur avendo il tumore, non necessitano di un trattamento oncologico attivo. Di fronte all’emergenza causata dal COVID-19, la prima risposta della maggior parte dei centri oncologici è stata la sospensione dei follow-up. Tuttavia, dopo una temporanea sospensione, i vari centri si sono organizzati per poter garantire modi alternativi di eseguire tali controlli. Ciò si è reso possibile mediante contatti telefonici in cui viene indagato lo stato di salute e mediante le e-mail con scambio online della documentazione clinica relativa agli accertamenti eseguiti.

Solo nel caso in cui si siano manifestati nuovi sintomi o siano comparse alterazioni agli esami ematologici o strumentali che possano far sospettare una progressione della malattia si viene convocati per una visita ambulatoriale. Questa modalità è del tutto congrua a far sì che venga garantito un servizio che rispetti gli obiettivi di individuare precocemente una possibile recidiva di malattia e controllare gli effetti collaterali a lungo termine dei trattamenti ricevuti o quelli relativi alle terapie ormonali adiuvanti, ad esempio in caso di tumore alla mammella, senza che venga affollato l’ospedale di persone, limitando così le possibilità di contagio.

Solo per il fatto che la modalità sia nuova e diversa non significa che sia meno valida o fallimentare nel suo intento!

Non abbassiamo la guardia, attenzione tutti ai sintomi!

Per consentire una diagnosi precoce di tumore ora che alcuni esami di screening sono stati sospesi è fondamentale mantenere uno stile di vita sano e fare attenzione all’eventuale presenza di nuovi sintomi.

E’ importante segnalare al medico di medicina generale non solo la comparsa di sintomi sospetti importanti, come un sanguinamento (rettale, vaginale o urinario) o una tumefazione, ma anche sintomi più vaghi che potrebbero essere sottovalutati come ad esempio l’affaticamento, i cambiamenti dell’alvo, la perdita di peso oppure la tosse persistente. Non possono essere fattori limitanti la paura di sottoporsi a un esame con il rischio di contrarre il coronavirus oppure il timore di far perdere del tempo al medico già oberato di lavoro. Sarà il medico di medicina generale ad indirizzarvi, una volta esaminata la situazione, al percorso di accertamenti più opportuno da seguire o a tranquillizzarvi, qualora lo riterrà possibile.

Speriamo di avervi chiarito un po’ le idee e di avervi rassicurati. Nell’attesa che finisca il distanziamento sociale, vi inviamo un big KISS virtuale.

 

 

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