Perché dobbiamo parlare di tutela dell’ambiente? Immaginate questa scena: tramonto al mare, il sole rosso fuoco si tuffa nella distesa d’acqua immensa, illuminata da sfumature arancioni e dorate, l’animo si inonda di meraviglia. I flutti lambiscono l’arena, si rotolano lenti sul bagnasciuga al ritmo di una brezza leggera, la mente si rilassa.
Oggetti multicolori di forma indistinta vengono sospinti da un’onda sulla spiaggia, in lontananza un gabbiano sbatte le ali, lo sguardo indaga. Ma quegli oggetti sono solo plastica e il gabbiano combatte per liberarsi da una rete da pesca abbandonata, nulla di poetico. Il cuore si stringe ed inorridisce osservando il segno dell’inciviltà umana nella perfezione della natura.
“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.” (Andy Warhol)
Tutela dell’ambiente: un problema urgente
Il focus, come l’obiettivo di una fotocamera, dalle meraviglie della natura si sposta sullo scempio umano e nasce spontanea l’urgenza di agire. La tutela dell’ambiente non è più solo uno slogan ecologista ma è diventata un’esigenza a un bisogno reale. I numeri che la scienza ricerca e conosce sono impressionanti, ci parlano di un fenomeno esteso, di portata globale.
L’inquinamento degli oceani, diventati nell’ultimo secolo il tappeto sotto cui nascondere ogni sorta di rifiuto, è una delle emergenze ambientali più importanti da affrontare. Varie forme di inquinamento minacciano il mare dagli scarichi industriali, ai metalli pesanti, ai veleni usati nell’agricoltura, alle plastiche.
Un mare di plastica
Per fare un piano di tutela dell’ambiente bisogna per prima cosa conoscere la portata del fenomeno per agire in maniera mirata. Si stima che la produzione di plastica sia aumentata di venti volte negli ultimi cinquant’anni e continua ad aumentare in modo geometrico. Un materiale “nuovo”, pericoloso perché se viene abbandonato e non riciclato correttamente, necessita di centinaia di anni per degradarsi. Nel mar Mediterraneo, che è un mare semichiuso, il problema aumenta e la plastica mina seriamente l’equilibrio dell’ecosistema marino.
Plastica sotto varie forme, tappi e bottiglie, sacchetti, copertoni, mozziconi di sigarette vengono trasportati in mare dai fiumi o dal vento. Attrezzature da pesca abbandonate per errore o incuranza diventano trappole per balene, delfini o uccelli marini che muoiono non potendosi liberare.
Otto milioni di tonnellate di plastica, equivalente ad un camion al giorno, si disperdono ogni anno in mare. Il 15% ritorna sulle spiagge, il resto si deposita sul fondale o galleggia, disgregandosi in microplastiche, frammenti di dimensioni inferiori a 5 millimetri.
Questo mare di microplastiche, quasi cinque trilioni in tutto il mondo, alterano e deteriorano la vita della fauna marina. Dai grandi mammiferi ai predatori, dalle tartarughe agli uccelli, ai pesci nessuno si salva, nemmeno l’uomo che porta a tavola cibo contaminato. La tutela dell’ambiente è tutela della salute del mondo in cui viviamo e di noi stessi, salvaguardando gli oceani aiutiamo l’uomo.
Il processo di acidificazione degli oceani
Il 70% della superficie terrestre è ricoperta dagli oceani che trasportano il calore attraverso le correnti, regolano il clima e le precipitazioni. Un sistema in perfetto equilibrio che sta collassando a causa dello sfruttamento delle risorse e dell’incuranza per la tutela dell’ambiente marino.
L’inquinamento, dovuto alle attività umane, sta alterando ed aumentando la temperatura superficiale degli oceani e scatena fenomeni atmosferici anomali come uragani ed inondazioni. Inoltre, con l’incremento di gas serra nell’atmosfera, aumenta l’anidride carbonica disciolta in mare con la decrescita del valore del pH e conseguente acidificazione degli oceani. Da metà Settecento, con la rivoluzione industriale, l’acidificazione è aumentata del 26% e ancora non riusciamo a valutare tutti i rischi per l’ambiente marino. Di certo si notano già alterazioni nella catena alimentare e nel benessere dell’habitat oceanico.
Urge un cambio di rotta e una campagna per sensibilizzare alla tutela dell’ambiente e invertire l’alterazione dei sistemi naturali prima che diventi irreversibile. Nell’oceano è iniziata la vita e proteggerlo vuol dire garantire anche il nostro presente e il nostro futuro.
“Conoscere il tuo pianeta è un passo verso il proteggerlo.” (Jacques-Yves Cousteau)
Mauro Pelaschier, ambasciatore di One Ocean Foundation per la salvaguardia del mare
Nessuno meglio di chi vive il mare come marinai e navigatori può essere sensibile alla salute e tutela dell’ambiente terrestre e marino. Mauro Pelaschier, appena girata la boa dei 70 anni, dopo una lunga carriera nel mondo della vela ha deciso di dedicarsi a questa causa.
“Il mare è la mia vita, ho avuto la fortuna di nascere in una città di mare da una famiglia di marinai. Mio nonno Francesco era mastro d’ascia, mio padre Adelchi e mio zio Annibale erano campioni olimpici sulle derive. Mi hanno trasmesso fin da bambino questa passione attraverso la vela che è diventata il mio lavoro. Sono uno dei pochi velisti italiani ad aver partecipato nella mia vita ad Olimpiadi, Coppa America e Whitbread, Giro del Mondo in equipaggio.
Ho vissuto i tempi d’oro di questo sport ma per me il mare è principalmente libertà di pensiero e di azione,” racconta Mauro Pelaschier.
Nel marzo 2018 Riccardo Bonadeo, commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda offre a Mauro Pelaschier l’incarico di ambasciatore della neonata One Ocean Foundation. Nel cinquantesimo anniversario del prestigioso Yacht Club è partito questo progetto di sostenibilità e tutela dell’ambiente con il patrocinio della Principessa Zahra Aga Khan. La volontà nasce dal desiderio di dare un contributo concreto ad uno dei temi di maggior urgenza dei nostri tempi.
One Ocean Foundation e Mauro Pelaschier per divulgare la Charta Smeralda
La mission della Fondazione è quella di sensibilizzare individui, leader internazionali, aziende ed istituzioni sulle tematiche della tutela dell’ambiente e salvaguardia degli oceani. La situazione critica richiede una rapida risposta ai problemi dell’ecosistema marino, migliorando la conoscenza scientifica dell’ambiente e promuovendo un’economia sostenibile. Pelaschier ha accettato:
“Una profonda amicizia mi lega allo YCCS, dai tempi di Azzurra nel 1983 e diventare ambasciatore della Fondazione è stata un’opportunità meravigliosa. Si è concretizzata la possibilità che cercavo per difendere il mare dall’aggressione umana, educando i giovani al rispetto e tutela dell’ambiente marino.
Vorrei restituire ai giovani ciò che mi ha insegnato il mare che non ho mai considerato un hobby ma un’opportunità di vita e lavoro. La chiave è insegnare alle nuove generazioni a valorizzarlo e rispettarlo, per questo mi sono impegnato fin da subito a divulgare la Charta Smeralda. È un codice etico, creato da OOF, che enuncia principi e azioni da intraprendere per la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero.”
“La terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare.” (Ernest Hemingway)
Tutela dell’ambiente: il giro d’Italia in barca di Mauro Pelaschier
Nell’estate del 2018 Pelaschier, neo ambasciatore di One Ocean Foundation, compie un giro d’Italia in barca per sensibilizzare istituzioni, circoli velici e giovani studenti.
“L’idea di compiere il periplo dell’Italia è nata perché dovevo trasferire una barca di amici da Monfalcone, dove la stavano restaurando, a La Spezia. La barca è un Buchanan, sloop d’epoca del 1966, costruito da Apollonio, che si chiama Crivizza come una delle più belle baie di Lussino. Quindi ho pensato di trasformare un trasferimento fine a se stesso in un progetto speciale per parlare alle persone di tutela dell’ambiente.”
Dodici tappe nelle principali città costiere: Trieste, Venezia, Senigallia, Giulianova, Bari, Crotone, Catania, Palermo Gaeta, Porto Cervo, Punta Ala e Genova, più Milano all’ExpoEducational.
“La mia compagna Ilaria Cervini mi ha aiutato a contattare tutti i porti che avevo indicato come ideali per attraccare con la barca. In ogni sede di tappa veniva organizzata una conferenza e un incontro con le autorità e poi con i giovani,” commenta Mauro Pelaschier.
Informare le autorità e trovare soluzioni per il futuro
“Il format era semplice: io arrivavo in barca, parlavo nel corso di conferenze dell’impegno di OOF e della Charta Smeralda. Cercavo di dare un messaggio per la tutela dell’ambiente concreto con l’ausilio della comunità scientifica della OOF e di ricercatori che mi accompagnavano in navigazione. Ad esempio, indicavo come attrezzare porti e marine con isole ecologiche, dove pescatori e diportisti possano riciclare le plastiche trovate in mare senza pagare.
La legge attuale, purtroppo, prevede che chi porta a terra dei rifiuti prelevati al mare, considerati rifiuto speciale, paghi lo smaltimento. Quindi, i pescatori quando tirano le reti con metà pesci e metà plastica, non la smaltiscono perché dovrebbero pagare,” racconta Mauro Pelaschier.
“Alcuni amministratori illuminati e sensibili alla tutela dell’ambiente e salvaguardia dei mari hanno bypassato questa regola assurda, creando un’isola ecologica per i rifiuti speciali. Quando incontravo gli amministratori cercavamo di capire dove siamo arrivati ad oggi, pensando a cosa si potrebbe fare in futuro.”
Educare le nuove generazioni
“Per portare questo messaggio di tutela dell’ambiente coinvolgevamo sia le zone federali FIV (Federazione Italiana Vela) che i circoli velici. Negli yacht club e nei circoli ho incontrato tanti giovani che fanno scuola vela e in cui io credo molto.
È più facile educare le nuove generazioni, sono pronti ad ascoltare e modificare i propri stili di vita per comportarsicon maggiore correttezza. Gli adulti, nonostante non siano insensibili alla tutela dell’ambiente, difficilmente cambiano abitudini e sono meno propensi a rivoluzionare il loro modo di vivere.
Con i ragazzi andavamo a pulire la spiaggia e il mare antistante il circolo, poiché inquinati, per far capire l’importanza di mantenerli puliti. Se fin da piccolo vedi una spiaggia piena di rifiuti ti sembra normale finchè qualcuno ti fa riflettere sulla pericolosità del rifiuto non biodegradabile. Capisci che gli uomini l’hanno buttato in acqua, si è spiaggiata creando problemi alla vita dei pesci e degli animali marini,” racconta Mauro Pelaschier.
“Da questo esperienza, i ragazzi vengono educati e sensibilizzati alla tutela dell’ambiente e stimolano anche i genitori a non inquinare. È necessaria una consapevolezza non solo quando si è in aree marine ma anche nella vita quotidiana, quando facciamo ad esempio la spesa in città.”
“Abbiamo bisogno di una nuova coscienza ambientale su basi globali e per questo è necessario educare le persone.” (Mikhail Sergeevich Gorbachev)
Velisti e scienziati: una sinergia per la salvaguardia di mari e oceani
In questa avventura Mauro Pelaschier è accompagnato da alcuni amici velisti e anche da studiosi e ricercatori che hanno aderito al progetto. In sinergia, sportivi e scienziati hanno promosso l’Ocean Literacy, attività riconosciuta dalla Nazioni Unite, per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino. Hanno intrapreso varie iniziative di comunicazione per spiegare quanto l’oceano influisca sulla nostra vita e quanto le nostre azioni pesino sulla sua salute.
“In equipaggio erano a bordo con me Daniele Gabrielli e Mauro Piani, già compagni su Azzurra, Gianfranco Bonomi e Walter,” ricorda Mauro Pelaschier.
“Nel corso delle tappe hanno navigato con me anche alcuni ricercatori di due istituti del Cnr, Isamr di Venezia e Iamc di Oristano. Durante il periplo abbiamo fatto anche delle campionature e il monitoraggio dello stato delle acque e delle plastiche. Quando abbiamo iniziato il giro d’Italia per la tutela dell’ambiente il Cnr stava sperimentando uno strumento di nome Manta, proveniente dagli Stati Uniti.
L’inquinamento da microplastiche: un problema generalizzato
“Abbiamo fatto vari prelievi nelle zone d’acqua che solcavamo per testare che percentuale di plastica e di altri inquinanti trovavamo. In realtà, ho scoperto che, nonostante alcune zone sembrassero più sane, sfortunatamente tutto il mare è inquinato, in modo omogeneo,” commenta Pelaschier.
“Da Trieste, a Porto Cervo che è uno dei miei campi di regata preferiti, a Genova la percentuale delle microplastiche nell’acqua è molto simile.
Alla foce dei fiumi, dove convergono gli scarichi delle città e delle attività industriali le percentuali aumentano e l’inquinamento peggiora. Ma non sono i fiumi i grandi inquinatori, è sempre l’uomo che non pensa alla tutela dell’ambiente e riversa nei corsi d’acqua di tutto. Infatti, si creano anche esondazioni a causa dei detriti che si accumulano alla foce e per l’incuranza umana nella manutenzione e salvaguardia dei fiumi.
Il mare è fonte di vita e grazie ad esso viviamo, se continuiamo a invaderlo di metalli pesanti, idrocarburi, compromettiamo la vita stessa. Ero già parzialmente consapevole della situazione ma quest’esperienza mi ha aperto la mente e motivato a rispettare e salvaguardare un bene così prezioso.”
“La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge sé stessa.” (Franklin Delano Roosevelt)
La plastica, un materiale difficilmente riciclabile, frutto del profitto
Il Novecento è stato il secolo della plastica, dalle prime sperimentazioni del secolo precedente si è passati all’applicazione in prodotti di uso comune. Non si poteva supporre quanto sarebbe cambiata la vita e quanto a rischio era la tutela dell’ambiente e del pianeta Terra. Mauro Pelaschier, classe 49, ricorda ancora come suo zio Annibale costruiva delle piccole imbarcazioni in legno, con cui regatava.
“Io sono nato come velista prima dell’avvento di questo materiale, regatavo sulle barche di legno che realizzava mio zio con le sue mani. Le barche prima erano di ferro, poi di legno e poi si è passati all’alluminio con la tecnologia aeronautica. Ma erano tutti materiali naturali, che potevano sempre essere riciclati, quando è nata la plastica nessuno si è chiesto come avrebbe smaltito questo materiale.
Produrre la plastica costava poco e generava un profitto altissimo ma nessuno ha pensato alla tutela dell’ambiente. Oggi ci troviamo in questa situazione a causa dell’incuranza del passato ed è uno stillicidio continuo per la natura. La salvaguardia del mare è lontana dall’essere perpetrata, perchè purtroppo gli interessi commerciali sono ancora più importanti per la nostra civiltà.”
Tutela dell’ambiente: l’Economia Blu, una speranza per il futuro
“Una speranza è la Blue Economy che punta su ricerca, innovazione e tecnologia per cambiare il nostro modo di produrre, distribuire e consumare. Si cercano soluzioni innovative nelle attività marittime come l’acquacoltura e la pesca sostenibile,” ricorda Mauro Pelaschier. “Possiamo essere attenti alla tutela ambientale e creare opportunità di lavoro in un mercato quello delle risorse e delle industrie marittime molto ampio.
Nella nautica da diporto, ambiente che conosco meglio e in cui mi sono ricavato uno spazio economico per la mia famiglia vedo molte possibilità. In Italia c’è ancora molto spazio per esperti in progettazione, costruzione e sviluppo della nautica da diporto oltre a implementare le infrastrutture per la costruzione e accoglienza. Penso a cantieri navali, porti o marina, ma per la problematica della tutela dell’ambiente si potrebbero creare figure professionali per salvaguardare l’ecosistema marino.”
Una lezione da ricordare
“Un bel ricordo del giro d’Italia sul Crivizza, oltre alla risposta positiva dei giovani, è la testimonianza che ci portavano giovani biologhe marine. Ad esempio, mi aveva colpito durante la conferenza a Ravenna la spiegazione della biologa sulla possibilità che hanno i pescatori di ripopolare i mari.
Abitualmente, i pescatori pescano a strascico e rientrano a terra con seppie e calamari nelle gabbie, che ripuliscono con l’idropulitrice, uccidendo migliaia di uova. Ma se continuiamo ad uccidere e sterminare le specie, un giorno non resterà più niente da pescare,” commenta Mauro Pelaschier. “La biologa con il suo team ha insegnato ai pescatori a raccogliere le uova, farle schiudere e rimetterle in acqua.
Ora questa pratica salutare per il mare e anche per l’attività umana viene sempre applicata, basta po’ di attenzione per cambiare il mondo. Questi racconti di tutela dell’ambiente si sono fissati nella mia memoria e mi hanno impressionato per la semplicità ma efficacia delle soluzioni possibili.”
L’impegno di Mauro Pelaschier e l’importanza di raccontare
“Ho visto i mari di tutto il mondo, ho incontrato popolazioni completamente diverse dalla nostra cultura, ora desidero impegnarmi per questo elemento che amo. Sono convinto dell’importanza di raccontare le mie storie di vita, vela e vittorie per la tutela dell’ambiente e salvaguardia e rispetto degli oceani.”
A dicembre 2019 Mauro Pelaschier è stato nominato Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella. “Per il suo autorevole contributo nella sensibilizzazione al rispetto e alla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi marini”.
“Ogni individuo ha il potere di fare del mondo un posto migliore.” (Sergio Bambarén)
Approfondimenti
Cos’è la “Charta Smeralda” creata da One Ocean Foundation? Una charta per definizione è un documento di valore che enuncia principi e norme su questioni di importanza universale. Nello specifico la “Charta Smeralda” è un codice etico per la tutela dell’ambiente, in particolare quello marino e costiero.
Educa le persone per renderle consapevoli dei rischi che corre l’ecosistema marino, ambiente da cui dipende anche la nostra sopravvivenza. Individua comportamenti e azioni da intraprendere per salvaguardare gli oceani e incoraggiarci ad intervenire con iniziative concrete ed un comportamento corretto nel quotidiano.
Scritta da un comitato scientifico di studiosi da tutto il mondo non è destinata ad un pubblico ristretto ma a chiunque ami il mare.
I dieci articoli della “Charta Smeralda” per definire un comportamento etico e di tutela dell’ambiente marino e sulla costa.
- 1. INQUINAMENTO COSTIERO E MARITTIMO
Metti in atto le buone pratiche suggerite per ridurre al minimo le fonti di inquinamento. Dalla manutenzione e pulizia della barca, alla fuoriuscita di carburante fino alla gestione delle acque nere di bordo.
- 2. RISORSE NATURALI, RIUTILIZZO E RICICLO
Minimizza l’uso di risorse naturali e dell’acqua potabile quando non strettamente necessario. Favorisci il riciclo e la raccolta differenziata e se non è subito disponibile, attivati e stimola queste buone pratiche.
- 3. NO ALLA PLASTICA USA E GETTA
L’inquinamento da microplastiche è insidioso perché entra nella catena alimentare. Elimina la plastica monouso, utilizza alternative sostenibili come stoviglie biodegradabili e compostabili e sacchetti in stoffa.
- 4. CONSUMO ENERGETICO ED ENERGIE RINNOVABILI
Riduci il consumo di energia, sia in mare sia a terra, adotta comportamenti responsabili utilizzando carburanti ecologici quali le biomasse, oppure motori elettrici o ibridi. Per i servizi di bordo usa generatori eolici, idrogeneratori e pannelli solari.
5. PRESERVAZIONE DELL’HABITAT NATURALE E MARITTIMO
Proteggi e preserva la flora e la fauna marine. Utilizza saponi ecocompatibili, rispetta i divieti a protezione dell’ambiente, non gettare rifiuti in mare. Nemmeno i mozziconi di sigarette.
- 6. COMPORTAMENTO ETICO E RESPONSABILE
Rispetta le leggi e denuncia alle autorità le violazioni o gli incidenti di cui sei testimone. Agisci in modo responsabile, sia a terra sia in mare.
- 7. RUOLO ATTIVO NELLA PROTEZIONE
Diventa una voce attiva per promuovere soluzioni atte a ridurre l’impatto sull’oceano. Informa chi ti sta accanto sulle possibili soluzioni e sui benefici.
- 8. COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE
Condividi, partecipa e impegnati a divulgare le iniziative e i programmi che vogliono proteggere l’habitat marino. Segui e promuovi One Ocean Foundation sui social network!
- 9. COINVOLGIMENTO DELLE NUOVE GENERAZIONI
Trasmetti alle nuove generazioni i valori e i principi della protezione degli oceani e delle zone costiere. Partecipa attivamente ai processi educativi delle giovani generazioni. Diventa una fonte di ispirazione per loro con i tuoi comportamenti responsabili.
- 10. DIFFUSIONE DELLA CHARTA SMERALDA
Sottoscrivendo la Charta Smeralda diventi ambasciatore della protezione del mare e delle zone costiere. Firma e diffondi il tuo impegno all’interno della tua community.